Il Comune è a corto di liquidità: si ricorre all'anticipazione di Tesoreria

TERAMO – Il Comune di Teramo è a corto di liquidità. Il problema maggiore, oltre ai tagli del Governo e ai vincoli imposti dal Patto di stabilità, è rappresentato dalle entrate delle imposte locali, come l’Imu, che non arriverà nelle casse comunali prima di Giugno, e la Tares, la nuova tassa sui rifiuti che invece si pagherà ad agosto. Una «scelta scellerata» del Governo, secondo il sindaco Maurizio Brucchi, quella di posticipare questa entrata, che mette i Comuni ancora più in difficoltà. In effetti le uscite sono tante, a cominciare dal milione e 200 mila euro che il Comune paga ogni mese per gli stipendi dei dipendenti, e le somme da corrispondere alle aziende private che hanno realizzato dei lavori per il Comune (in tutto si parla di 3,5 milioni). Gli stipendi non sono a rischio, come hanno ribadito sia il sindaco Brucchi, sia l’assessore al Bilancio Alfonso Di Sabatino Martina, ma, per pagare questa ed altre spese fisse, con buona probabilità, entro aprile, si dovrà ricorrere all’anticipazione di tesoreria, cosa mai accaduta prima: una sorta di fido che il Comune ha presso la Tercas. «Non c’è da farne un dramma – afferma Di Sabatino Martina – molti Comuni già lo fanno, per noi sarà la prima volta, si tratterà di circa 4 milioni di euro che ci permetteranno di arrivare fino a giugno con più tranquillità».  Intanto il Comune punta ad aumentare le sue entrate e a ridurre le spese. «Nel prossimo bilancio – anticipa l’assessore –  non ci saranno nuove tasse locali, ma punteremo ai cosiddetti canoni non ricognitori». Una sorta di tassa per l’occupazione del suolo pubblico che dovranno pagare gli Enti che erogano servizi, come luce, gas, telefonia. «Probabilmente – conclude – dovremo anche vendere qualche pezzo pregiato del nostro patrimonio immobiliare».